venerdì 29 maggio 2009

E il cielo è Blu, lo dici tu, nessuno è Blu, nessuno più...


Quella sdraiata che vedete sono io, mi chiamo Nila, ho 23 anni e una storia buffa.

Nella lingua Pali, derivata dal Sanscrito, la parola "Nila" indica quel particolare tono di colore, un Blu scuro, che in India viene consigliato come l'ambiente più adatto per la meditazione. E fu proprio al ritorno dal loro viaggio di nozze in India, che i miei genitori decisero che questo sarebbe stato il mio nome.


Il Fato o il Caso sanno essere molto bizzarri.
Avendo già nascosto nel mio nome le tracce di quello che sarebbe stato il mio destino, dal momento in cui il Blu è molto di più che il mio colore preferito, poiché si da il caso che sia capace di rendere irresistibile ai miei occhi qualsiasi oggetto su cui si posino i suoi pigmenti.
E dire che per gli antichi greci e per i romani il Blu era tutt’altro che un colore apprezzato. Associato al colore degli occhi dei barbari, era infatti considerato tutt’altro che nobile. Cyanos, il blu greco, è il colore della sofferenza, e ancora oggi definiamo "cianotica" una persona pallida.
Le cose, in occidente, non sarebbero cambiate fino all’avvento del Cristianesimo, quando il Blu, associato alle vesti di Maria, avrebbe cominciato ad essere interpretato come fonte di serenità, simbolo di evasione e di pace.
Decisamente più inclini ad apprezzare questo colore, si sarebbero dimostrate le civiltà extraeuropee: nell'antico Egitto il Blu, incarnato nella pelle del dio dell'aria, Amon, era sinonimo di introspezione e di infinito, in Oriente, dove gli occhi azzurri si ritenevano segno di poteri magici, era considerato un talismano capace di tenere lontane le maledizioni. Per i Cinesi è da sempre associato all’immortalità, mentre oltreoceano, nella mistica Maya, il Blu non si distingueva dal Verde, ma era il colore attribuito al centro dell'universo.


Per la Cromoterapia, il Blu presenta virtù calmanti. La contemplazione di questo colore ha un effetto pacificante sul sistema nervoso centrale, contrastando insonnia, stress, irritabilità, nervosismo. Gli studi di Kurt Goldstein dimostrano che in una stanza esposta ad un'illuminazione azzurra il sistema parasimpatico viene stimolato dimodoché gli oggetti appaiono più piccoli e leggeri, mentre aumenta la sensibilità al freddo e si riducono il battito cardiaco, la pressione arteriosa e la frequenza del respiro. La necessità del conforto del Blu è avvertita dall’organismo in particolare nella malattia e nell'esaurimento nervoso, aumentando di pari passo alla sensibilità, alla suscettibilità, alla vulnerabilità.
Secondo il Test degli Otto colori di Lüscher, il Blu scuro è la rappresentazione cromatica di una necessità biologica di base: fisiologicamente rappresenta la tranquillità, psicologicamente gratificazione, stabilità e sicurezza.
Il Blu incarna lo spirito dell'adattamento, la resa della devozione, la fiducia e la dedizione, È il colore del silenzio, della contemplazione, della profondità interiore e della pienezza, preferito specialmente dagli amanti del cibo. Talvolta è associato alla forma geometrica del cerchio, simbolo dell'eterno moto dello spirito, capace di sintetizzare insieme quiete e dinamicità.
Il Blu corrisponde alla nobiltà dei sentimenti, un requisito per l'empatia, per l'esperienza estetica e per l'acutezza meditativa, carico di femminilità, temperanza e tenerezza.


Nella pittura, prima che le tinte cominciassero ad venir sintetizzate chimicamente, per ottenere pigmenti Blu, era necessario mescolare ingredienti preziosi come olio di lino e polvere di lapislazzulo, il che ne faceva il colore più costoso in assoluto, tale da essere impiegato con molta parsimonia.
Ne “Lo spirituale dell’arte”, Vasilij Kandinskij, da indicazioni circa gli accordi che si possono formare declinando il suono interiore dei colori, lungo le direttrici delle qualità calda o fredda e chiara o scura.
Il fondatore del Cavaliere Azzuro (Der Blaue Reiter), spiega che il carattere caldo o freddo corrisponde a un’inclinazione del tutto generale verso il Giallo o verso il Blu, attraverso cui il colore conserva il proprio suono fondamentale, che diventa però più materiale o più immateriale, mentre il contrasto costituito dalla differenza tra chiaro e scuro, da luogo al movimento, verso lo spettatore, o via da lui.
Nel primo caso, la variazione dal Giallo al Blu, contribuisce al moto eccentrico o concentrico di un oggetto. Se si tracciano due cerchi di ugual grandezza e se ne colora uno di Giallo e l’altro di Blu, si osserverà, già dopo un istante, che il Giallo irraggia, riceve un movimento dal centro verso l’esterno e sembra quasi avvicinarsi all’osservatore. Il Blu sviluppa, invece, un movimento concentrico (“come una chiocciola che si ritira nel guscio”) e si allonatana dallo spettatore. L’occhio viene abbagliato dal primo cerchio, e, al contrario, si immerge nel secondo.

“Questo dono della profondità è così grande nel blu che proprio nelle tonalità più profonde, diventa intensa e acquista un effetto interiore più caratteristico. Quanto più il Blu è profondo, tanto più fortemente richiama l’uomo verso l’infinito, suscita in lui la nostalgia della purezza e infine del sovrasensibile. Esso è il colore del cielo come lo immaginiamo quando sentiamo il suono della parola cielo”


Nessuno dovrebbe dunque meravigliarsi se tutto quanto è Blu riesce ad attrarci almeno nella stessa misura in cui riesce a sfuggirci.


Il Fato o il Caso sanno essere molto bizzarri, l’ho già detto, ma anche molto beffardi.
E qualche demone dispettoso deve aver deciso di aver voglia di prendersi gioco di me, quando al mio nome e alla mia attitudine verso il colore Blu, regalarono anche la mia malattia, quella per cui chi troppo abbraccia niente stringe, il crudele contrappasso secondo il quale talvolta ciò che più ci attrae fatalmente corrisponde anche a quello che ci fa del male, dal quale non possiamo tuttavia, nostro malgrado, sottrarci, se non come una falena attratta dalla luce della candela che la brucerà.


La chiamano “Allergia in Blu”. Avevo la cute dei piedi secca, arrossata, irritata, e lamentavo un prurito fortissimo. Quasi non riuscivo a camminare. Il medico indicò subito un’acuta dermatite irritativa o allergica. Non avendo mai sofferto di eczemi o altre forme allergiche in passato, sono stata invitata sottopormi al "patch test", i test epicutanei, che prevedono l'applicazione, sulla schiena, di numerosissime sostanze potenzialmente allergizzanti, per valutare se effettivamente non si fosse trattato una reazione di altro tipo.
Risultato: allergia al colore Blu. Effettivamente prurito e rossore erano comparsi una sera di settembre, quando mi sono tolta i calzini blu, al termine di una giornata calda, dopo aver giocato tutto il pomeriggio ai giardini, e abbondantemente sudato. Scoprii che chiunque abbia la pelle particolarmente sensibile, o chi abbia sofferto di dermatite atopica, asma, rinite, congiuntivite, deve stare particolarmente attento anche ai colori che indossa.
Mi hanno detto che spesso la mia bizzarra allergia si accompagna a quella al Nichel. Io certo avrei fatto volentieri a cambio, con quella che mi pare una riluttanza ben più nobile. Il pensiero di non poter maneggiare monete suona quasi come qualcosa di fiero e altero, a metà strada tra un monito e una benedizione, come le premure di un corpo saggio, che volesse in qualche modo proteggersi da ogni mercificazione. Si, avrei fatto volentieri a cambio.

Il Fato o il Caso sanno essere molto bizzarri e beffardi, continuo a ripeterlo, ma anche molto tristi.


Avrete provato certamente anche voi la diabolica lacerazione di trovarsi dilaniati tra un’ irriducibile attrazione e un insuperabile e crudele divieto, tra il dolce premio ad aver sognato forte e la punizione che mortifica un’impertinente audacia, tra l’irrimediabile sensazione di benessere, il trasporto che schiude il desiderio e da cui, come un Icaro, lasciarsi cullare, salvo poi precipitare a terra, bruscamente, su un tappeto di brulicanti bollicine rosse, col conforto, soltanto, di un paracadute di antistaminici.
E così voi e la mia pelle mi perdonerete, il rivolo di una lacrima Blu, pensando all’Iris dei miei 23 anni caduti, passati in buona parte dietro una finestra, sospirando per chimere osservate solo da lontano: il mare, il cielo, i puffi, una candela blu, il tappo della crema della Nivea, la custodia degli occhiali, la notte stellata di Van Gogh, il rimmel Blu, gli occhi di mio padre, il dizionario di francese, le ballerine Blu, la campana per la raccolta del vetro e della plastica, la penna con cui scrivo, i mirtilli, le foto della Grecia, un cuscino regalato, il libretto dell'Università, il cartone del latte Intero, le strisce dei parcheggi a pagamento, il furgoncino dell’AmicoBlu che mi ha appena investito, sull’asfalto Blu.

(CLICK)


Da qui il cielo sembra una distesa d’acqua Blu, nella quale mi parlano di una voce che non riesco a sentire, uomini agitati come pesci guizzanti…allora ti accontenti di ascoltare quel Blu in cui li osservi nuotare, e ti tieni la voglia e rimani a pensare “come diavolo fanno a riprendere fiato."





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