giovedì 30 luglio 2009

Dove non osano le aquile.

( ovvero la seconda puntata della mirabolante saga “Dai diamanti non nasce niente dalle spille da balia nascono i fior” )

Immaginate una bella storia, iniziata 13 anni fa.

Immaginate una persona rincorsa, ritrovata, lasciata andare di nuovo, con la certezza che il delfino ci farà incontrare ancora.

Immaginate che, in effetti, poi quella persona non l’avete più incontrata. Delfino bastardo.

Immaginate che però dopo 6 mesi la incontriate per davvero.

Immaginate che quel giorno per l’appunto voi state dando due esami di filosofia, siete sudaticci, disidratati, avete alle spalle 3 ore di sonno, e davanti a voi l’attesa e un ripasso per non lasciare niente di intentato, anche se la tensione lo fa risolvere in una vuota rilettura ad oltranza della stessa pagina per tutta la mattina senza avere la minima idea di che cosa si sta leggendo.

Immaginate che, date le premesse, in effetti non siete esattamente nelle condizioni di approfittare dell’incontro per fare gli splendidi e strappare un invito per un caffè, con qualche uscita brillante che sia all’altezza dell’ultima volta, e che dunque, vedendo quella ragazza sbucare da un angolo, vi precipitiate disonorevolmente a chiudervi in un bagno, per non essere visti.

Immaginate che sia tutto vano perché 20 minuti più tardi la incontrate di nuovo, solo che stavolta siete faccia a faccia e non potete sottrarvi, e sarebbe stato meglio, conti fatti, dire “CIAO” piuttosto che rimanere a bocca aperta come se aveste visto un fantasma.

Immaginate che in realtà sembra che il vero fantasma siete voi, a giudicare da come lei vi è passata attraverso senza proferir parola.

Immaginate che non fate in tempo a pensare “però...che peccato” che la incrociate ancora una volta, e stavolta lei vi dica il CIAO che voi non avete detto, e le rispondiate, balbettando, per le rime.

Immaginate che una settimana dopo torniate in Via Bolognese per andare a ricevimento da due professori, che risulteranno entrambi assenti, e la incontriate di nuovo.

Immaginate che lasciate che lei esca dal corridoio senza essere visti, e aspettate un minutino ad uscire per non doverla incrociare di nuovo, convinti di non avere ancora niente di minimamente intelligente da dire.

Immaginate che quando uscite lei in realtà abbia deciso di fumarsi una sigaretta e quindi è ancora la fuori, e dovete ripetere un nuovo anonimo ed imbarazzato CIAO.

Immaginate di salire sulla Vespa, a cui tra l’altro avete dimenticato attaccate le chiavi per un’ora, e vi sembra già tanto non ve l’abbiano rubata, e mettervi il casco.

Immaginate di togliervi il casco e pensare che in effetti potrebbe essere carino approfittare del caso, che vuole che nel bauletto della Vespa voi abbiate per l’appunto un cestino di susine, colte dall’orto e regalatevi qualche ora prima da un vostro amico.

Immaginate che potreste approfittarne per alzarvi da quella Vespa, andare da lei, e con la sicurezza guascona con cui Humphrey Bogart le offrirebbe un Gin Tonic dirle: “Gradisci un cesto di susine?”

Immaginate di trovarla un'idea assolutamente stupida e che dunque vi rimettiate il casco per la seconda volta, e ve ne partiate smarmittando con disonore.

Immaginate di ripetervi che siete degli stronzi, fino a Piazza della Libertà, quando finalmente fate inversione e tornate da lei.

Immaginate che lei, giustamente non sia più li.

Immaginate che il giorno dopo tornate in Via Bolognese per andare a ricevimento da altri due professori, e che anche questi due latitino clamorosamente.

Immaginate che al contrario di quanto avevate immaginato, stavolta non la incontrate.

Immaginate che dopo un’ora e mezzo ve ne andate.

Immaginate che prima di uscire vi fermate dalla portinaia giusto per prendere l’indirizzo mail dei professori (bastardi) che non vengono a ricevimento.

Immaginate che lei sia proprio li, dalla portinaia.

Immaginate che stavolta le parlate, e addirittura lei vi invita a prendere un caffè.

Immaginate che sorseggiate caffè e chiacchierate amabilmente, finchè, prima di salutarvi, non vi scambiate gli indirizzi di posta, e vi diate appuntamento a scrivervi fra due settimane, quando tornerete dal mare, dato che ad entrambi si prospetta un lungo e caldo agosto fiorentino.

Immaginate di tornare dalle vacanze e scriverle.

Immaginate che lei vi risponda, vi proponga di vedervi per un aperitivo, dopo la chiusura della Biblioteca Nazionale.

Immaginate di segnarvi sulla rubrica il numero di cellulare che lei vi ha scritto nella mail, e di mandarle un sms per dirle “Ok! Ci vediamo alle 19 fuori dalla Nazionale.

Immaginate che il giorno dopo alle 19e08 siete la fuori, la Nazionale è già chiusa, e di lei non v’è traccia.

Immaginate che la chiamate e non risponde.

Immaginate veder apparire un vostro compagno di classe delle medie, che non vedete da molto tempo, vi chiede cosa fate li, gli dite che aspettate una persona, vi scambiate qualche informazione su quello che fate nella vita adesso, e vi salutate.

Immaginate che le mandate un messaggio dove ironizzate chiedendole se per caso se ne fosse già andata, stizzita e indignata per 8 minuti di ritardo.

Immaginate di non ricevere risposta.

Immaginate, 20 minuti dopo, di veder apparire l’amica di una vostra amica, che vi chiede cosa ci fate li, di risponderle che aspettate una persona, e di salutarla dopo che le avete dato indicazioni per raggiungere Via De’ Neri, dove si sta recando per vedere una stanza in affitto per settembre.

Immaginate di mandare un messaggio alla tipa in cui ironizzate ancora, dicendo: “Ho capito!ti sei addormentata sui libri, nessuno se n'è accorto e ora ti hanno intrappolato dentro la biblioteca!Resisti, io sono qui fuori, sto arrivando coi soccorsi!

Immaginate di non avere nessuna risposta.

Immaginate di veder passare due uomini, dalla apparente età di 40-50 anni, in due su un Liberty, che a velocità sostenuta perdono per strada il bauletto. Questo rotola per la strada aprendosi e spargendo fogli e altri oggetti. Un tizio in motorino che passa si ferma ad aiutarli e raccoglie il bauletto per porgerglielo. Uno dei due sorride e gli dice: "Nel bauletto c'era un milione di euro, che fine hanno fatto?".

Immaginate di veder tornare indietro il vostro compagno di scuola delle medie, che si stupisce che siate ancora li, e vi risaluta.

Immaginate che dopo un’ora e un quarto la chiamate di nuovo e non ottenendo risposta, convenite che è l’ora di tornare a casa.

Immaginate che tornati a casa andate a controllare la posta, immaginando che forse c’è stato un contrattempo, e lei vi abbia avvertito via posta, non avendo memorizzato il vostro numero, non avendo soldi sul cellulare, o chissà per quale altro motivo.

Immaginate che non c’è nessun messaggio per voi.

Immaginate che vi chiedete perché, che non sapete darvi una spiegazione, che non sapete capacitarvi.

Immaginate di rileggere e rileggere la mail che vi aveva mandato precedentemente, alla ricerca di un indizio, di una mezza parola, di un piccolo particolare in grado di darvi una spiegazione a tutto questo.

IMMAGINATE DI SCOPRIRE CHE AVETE MESSO UN 3 AL POSTO DI UN 8 COME ULTIMA CIFRA DEL NUMERO DI CELLULARE CHE AVETE SALVATO IN RUBRICA.


2 commenti:

  1. 1) Inanzitutto complimenti per il delfino, anzi, inanzitutto sei un coglione, ma questo te lo ripeto dopo. Dicevo del delfino... complimenti. Davvero.

    2) Ma i tuoi amici cazzoni perché stanno sempre davanti alla Nazionale?

    3) Sei un coglione.

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  2. cazzone, coglione, maglione, storione, cartone, torrone, marrone, sperone

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